Il Caffè poesia di origine controllata
" è il luogo dove siete già entrati col piacere di ascoltare, leggere, vedere un tragitto già fatto ed una strada ancora da percorrere tra musica e poesia, racconti, strumenti e voci "
Federico Garcia Lorca
Federico Garcia Lorca
(1935)
Dedicatoria de un ejemplar
de Bodas de sangre
Gacela de la huida Gazzella della fuga

Me he perdido muchas veces por el mar
con el oído lleno de flores recién cortadas,
con la lengua de amor y de agonìa.
Mucha veces me he perdido por el mar,
como me pierdo en el corazón de algunos niños.

No hay noche que, al dar un beso,
no sienta la sonrisa de las gentes sin rostro,
ni hay nadie que, al tocar un recién nacido,
olvide las inmóviles calaveras de caballo.

Porque la rosas buscan en la frente
un duro paisaje de hueso
y la manos del hombre no tienen más sentido
que imitar a las raíces bajo la tierra.

Como me pierdo en el corazón de alguno niños,
me he perdido muchas veces por el mar.
Ignorante del agua voy buscando
una muerte de luz que me consuma.

Mi sono perduto molte volte sul mare
con l'udito pieno di fiori, appena recisi,
con la lingua piena d'amore e di agonia.
Molte volte mi sono perduto sul mare
come mi perdo nel cuore di qualche bambino.

Non c'è notte in cui, baciando,
non senta i sorrisi della gente senza volto
né c'è chi toccando un neonato
dimentichi i teschi immobili di cavallo.

Perché le rose cercano sulla fronte
un duro paesaggio d'osso
e le mani dell'uomo non hanno altro senso
che imitare le radici sotto terra.

Come mi perdo nel cuore di qualche bambino
mi sono perduto molte volte sul mare.
Ignorante dell'acqua cerco
una morte di luce che mi consuma.

 
I Limoni Genova per noi

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il sussurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui nelle divertenti passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.

Vedi in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.

Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.

 

Ma quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi prima di andare a Genova
e ogni volta ci chiediamo
se quel posto dove andiamo
non c'inghiotta e non torniamo più.

E pur parenti siamo un po'
di quella gente che c'è la
che come noi è forse un po' selvatica
ma la paura che ci fa quel mare scuro
che si muove anche di notte
e non sta fermo mai.

Genova per noi
che stiamo in fondo alla campagna
e abbiamo il sole in piazza
rare volte e il resto è pioggia che ci bagna
Genova dicevo è un'idea come un'altra

Quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi
mentre guardiamo Genova
come ogni volta l'annusiamo
circospetti ci muoviamo
un po' randagi ci sentiamo noi.

Macaja scimmia di luce e di follia
foschia pesci Africa sogno nausea fantasia
e intanto nell'ombra dei loro armadi
tengono lini e vecchie lavande
lasciaci tornare ai nostri temporali
Genova ha i giorni tutti uguali.

In un'immobile campagna
con la pioggia che ci bagna
e i gamberoni rossi sono un sogno
e il sole è un lampo giallo
al parabris.

Ma quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi
che abbiamo visto Genova

Marinetti
Filippo Tommaso Marinetti
visto da Carlo Carrà

Paolo Conte
Paolo Conte
 
Matrimonio

Devo sposarmi? Devo essere buono?
Far colpo vestito di velluto e cappuccio da Faust sulla ragazza che abita
accanto?
Portarla al cimitero invece che al cinema
dirle tutto sui lupi mannari vasche da bagno e clarinetti biforcuti
poi desiderarla e baciarla e tutti i preliminari
e lei che arriva solo fino a un certo punto e io capisco perché
e non mi arrabbio dicendo Devi sentire! E' bello sentire!
Invece la prendo fra le braccia mi appoggio a una vecchia tomba contora
e corteggio lei la notte intera le costellazioni nel cielo -

Quando mi presenta i suoi genitori
schiena diritta, capelli finalmente ravvivati,
strangolato da una cravatta,
devo sedere a ginocchia unite sul loro sofà da 3° grado
e non domandare Dov'è il bagno?
Come sentirmi se non come sono,
pensando spesso al sapone Flash Gordon -
O come deve essere orribile per un giovanotto
seduto davanti a una famiglia e la famiglia che pensa
Non l'abbiamo mai visto! Vuole la nostra Mary Lou!
Dopo il tè e i dolci fatti in casa mi chiedono Come ti guadagni la vita?
Devo dirglierlo? Gli sarei simpatico dopo?
Direbbero Va bene sposatevi, perdiamo una figlia
ma guadagnamo un figlio -
E devo domandare allora Dov'è il bagno?

Dio, e il matrimonio! Tutta la famiglia e i suoi amici
e sol un pugno dei miei, tutti scrocconi e barbuti
che aspettano soltanto cibi e bevande -
E il prete! Mi guarda quasi mi masturbassi
nel chiedermi Vuoi questa donna come tua leggittima sposa?
E io tremante che dire direi Torta Colla!
Bacio la sposa tutti quegli arrapati giù manate sulla schiena
E' tutta tua, ragazzo! Ah-ah-ah!
E nei loro occhi si vede qualche oscena luna di miele in atto -
Poi tutto quell'assurdo riso e lattine che sbattono e scarpe
Cascate del Niagara! Orde di noi! Mariti! Mogli! Cioccolatini!
Tutti che affollano alberghi accoglienti
Tutti a fare la stessa cosa stanotte
L'impiegato indifferente che sa cosa sta per succedere
Gli idioti nella hall che lo sanno
Il fattorino dell'ascensore che lo sa fischiettando
Il portiere ammiccante che lo sa
Tutti lo sanno! Mi vien quasi voglia di non far niente!
Stare alzato tutta la notte! Fissare negli occhi quell'impiegato d'albergo!
Gridando: Io nego la luna di miele! Io nego la luna di miele!
correndo aggressivo in quegli appartamenti quasi eccitati
urlando Pancia Radio! Zappa gatto!
Oh vivrei a Niagara per sempre! in una buia
caverna sotto le Cascate mi siederei il pazzo
Lunatoredimiele
e escogitar modi per rompere matrimoni,
fustigatore di bigamia santo del divorzio -

Ma devo sposarmi essere buono
Che bello sarebbe tornare a casa da lei
e sedermi vicino al fuoco mentre lei in cucina
col grembiule giovane e bella vuole un mio figlio
e così felice per me da far bruciare il roast-beef
e viene a piangere da me e io mi alzo dalla grande sedia di padre
e dico Denti Natale! Cervelli radiosi! Mela sorda!
Dio che marito sarei! Si, devo sposarmi!
Tanto da fare! Per esempio entrare in casa di Mr. Jones a tarda notte e
coprirgli le mazze da golf di libri norvegesi
1920
O appendere una foto di Rimbaud alla falciatrice
o incollare francobolli di Tannu Tuva su tutto lo steccato di cinta
o quando viene la Signora Kindhead per la colletta del Fondo della Comunità
afferrarla e dirle. Ci sono presagi sinistri nel cielo!
E quando il sindaco viene a chiedermi il voto dirgli
Quando li farai smettere di uccider balene!
E quando viene il lattaio lasciargli un appunto nella bottiglia
Polvere di pinguino, portami polvere di pinguino, voglio polvere di
pinguino -

Eppure se dovessi sposarmi e fosse il Connecticut e la neve
e lei partorisse un bambino e io non potessi dormire, esausto,
in piedi la notte, il capo su una muta finestra, il passato alle spalle,
trovadomi tremante nella situazione più solita
consapevole di responsabilità non rametto sporco ne minestra di moneta
Romana
O cosa sarebbe!
Certo gli darei per capezzolo un Tacito di gomma
Per sonaglio un sacco di dischi rotti di Bach
Attaccherei Della Francesca intorno alla culla
Cucirei l'alfabeto greco sul suo bavaglino
E per il suo passeggero costruirei un Partenone senza tetto

No, non credo che sarei quel tipo di padre
niente campagna niente neve muta finestra
ma rovente puzzolente isterica New York City
sette piani di scale, scarafaggi e topi sui muri
una grassa moglie reichina che strilla da sulle
patate Trovati un posto!
E cinque bambini mocciosi innamorati di Batman
E i vicini sdentati e forforosi
come quelle masse stracciate del 18° secolo
tutti che vogliono entrare a guardare la TV
Il padrone vuole l'affitto
Drogheria Gas Blue Cross & Electric Knights of Columbus
Impossibile sdraiarsi a sognare neve del Telefono, parcheggio fantasma -
No! Non devo sposarmi non devo sposarmi mai!
Ma - e Se fossi sposato a una bella donna sofisticata
alta e pallida in un vestito nero elegante e lunghi guanti neri
con un bocchino in una mano e un bicchiere nell'altra
e vivessimo in una penthouse con un'enorme finestra
da cui vedere tutta New York e anche olre nelle giornate serene
No, non riesco a immaginarmi sposato a quel piacevole sogno progione -

Ma e l'amore? Dimentico l'amore
non che sia incapace di amore
è solo che l'amore per me è strano come portare scarpe -
non ho mai voluto sposare una ragazza che
somigliasse a mia madre
E Ingrid Bergman mi è sempre stata impossibile
E forse adesso c'è una ragazza ma è già sposata
E non mi piacciono gli uomini e ...
ma ci deve essere qualcuno!
Perché se a 60 anni non sono sposato,
tutto solo in una camera ammobiliata con macchie di piscio nelle mutande
e tutti gli altri sposati! Tutto l'universo sposato all'infuori di me!
Ah, eppure so bene che se ci fosse una donna possibile come sono io possibile
allora il matrimonio sarebbe possibile -
Come LEI nel suo solitario fasto esotico aspetta l'amante egiziano
così aspetto io - privo di 2000 anni e del bagno della vita.

Gregory Corso
Gregory Corso
Foto:
Christopher Felver (1981)
 
Vittorio Gassman
Vittorio Gassman
visto da Diletta D'Andrea
Gilbert Becaud
Gilbert Becaud
L'important, c'est la rose L'importante, è la rosa

Toi qui marches dans le vent
Seul dans la trop grande ville
Avec le cafard tranquille du passant
Toi qu'elle a laissé tomber
Pour courir vers d'autres lunes
Pour courir d'autres fortunes
L'important ...

L'important c'est la rose
L'important c'est la rose
L'important c'est la rose
Crois-moi

Toi qui cherchers quelque argent
Pour te boucler la semaine
Dans la ville tu promènes ton ballant
Cascadeur, soleil couchant
Tu passes devant les banques
Si tu n'es que saltimbanque
L'important ...

L'important c'est la rose
L'important c'est la rose
L'important c'est la rose
Crois-moi

Toi, petit, que tes parents
Ont laissé seul sur la terre
Petit oiseau sans lumière, sans printemps
Dans ta veste de drap blanc
Il fait froid comme en Bohème
T'as le coeur comme en carême
Et pourtant ...

L'important c'est la rose
L'important c'est la rose
L'important c'est la rose
Crois-moi

Toi pour qui, donnant-donnant
J'ai chanté ces quelques lignes
Comme pour te faire un signe en passant
Dis à ton tour maintenant
Que la vie n'a d'importance
Que par une fleur qui danse
Sur le temps...

L'important c'est la rose
L'important c'est la rose
L'important c'est la rose
Crois-moi

Tu che cammini nel vento
da solo nella città troppo grande
con la malinconia tranquilla del passante
Tu che l'hai lasciata andare
per correre verso altre lune
per correre altre fortune
L'importante...

L'importante è la rosa
l'importante è la rosa
l'importante è la rosa
credimi

Tu che cerchi qualche soldo
per "arrivare alla fine della settimana"
nella città conduci il tuo ballerino
cascatore, sole calante
Tu passi davanti alle banche
se sei solo saltimbanco
L'importante...

L'importante è la rosa
l'importante è la rosa
l'importante è la rosa
credimi

Tu, piccolo, che i tuoi genitori
hanno lasciato solo sulla terra
piccolo uccello senza luce, senza primavera
nel tuo vestito di stoffa bianca
fa freddo come in Boemia
hai il cuore come in Quaresima
E tuttavia...

L'importante è la rosa
l'importante è la rosa
l'importante è la rosa
credimi

Tu che per questo, dando dando
hai cantato qualche melodia
per lasciarti un segno passando
Dì a tua volta ora
che la vita non ha importanza
che sembra un fiore che danza
sul tempo...

L'importante è la rosa
l'importante è la rosa
l'importante è la rosa
credimi